Incidenza ed epidemiologia

Nel 2023 in Italia sono stati stimati circa 44.000 nuovi casi di tumore del polmone (30.000 negli uomini e 14.000 nelle donne), che si conferma la seconda neoplasia più frequente negli uomini (15%) e terza nelle donne (6%)1. Il tumore del polmone è il secondo tumore per frequenza negli uomini dopo il carcinoma della prostata, con percentuali pari al 14,3% di tutti i tumori maschili1. Nelle donne, la neoplasia è meno frequente essendo al terzo posto dopo i tumori della mammella e del colon-retto, con percentuali pari al 7,4% di tutti i tumori femminili1. Non compare invece tra le prime 5 neoplasie più frequenti in entrambi i sessi prima dei 50 anni.2 Nei prossimi decenni, il numero assoluto annuo di nuove diagnosi di tumore polmonare in Italia è destinato ad aumentare, in media, dell’1,3% per anno in entrambi i sessi2.

Il tumore al polmone viene classificato principalmente in due categorie:

  • NSCLC (Non-Small Cell Lung Cancer), che rappresenta circa l'85% dei casi di tumore al polmone3.
  • SCLC (Small Cell Lung Cancer), un tumore caratterizzato da comportamento biologico e clinico estremamente aggressivo1; che rappresenta il restante 15% dei casi3.
  • Fattori di Rischio

    Il fumo di sigaretta rappresenta il principale fattore di rischio per l’insorgenza del tumore polmonare, essendo responsabile dell'85%-90% dei casi osservati nel nostro Paese2. Il rischio relativo di sviluppare un tumore polmonare è in stretta correlazione con alcuni fattori fra cui: il numero di sigarette fumate al giorno, la durata (in anni) dell’abitudine al fumo e il contenuto di catrame delle sigarette2. Il rischio relativo dei fumatori (considerati in toto) rispetto ai non fumatori è pari a 14, mentre quello dei forti fumatori (oltre le 20 sigarette al giorno) è pari a 202.

    Per coloro che smettono di fumare, il rischio si riduce progressivamente nel corso dei 10-15 anni successivi, con un vantaggio significativo in termini di anni di vita guadagnati per chi smette di fumare prima dei 40 anni2. Studi collaborativi europei e metanalisi evidenziano per i fumatori passivi un aumento del rischio di sviluppare un tumore polmonare compreso tra il 20% ed il 50%, rispetto ai non fumatori2.

    Molte sostanze di origine lavorativa e/o ambientale (asbesto, radon, cromo, arsenico, berillio, cloruro di vinile, idrocarburi aromatici policiclici, clorometiletere, e altri), sono riconosciuti carcinogeni polmonari, che possono, come nel caso dell’amianto o del radon, potenziare il loro effetto cancerogeno, in presenza di fumo di tabacco2.

    L’esposizione al particolato fine e all’inquinamento atmosferico è stata classificata dalla IARC (International Agency for the Research on Cancer) come cancerogena per l’uomo2. Un ruolo crescente della predisposizione genetica e, in particolare, dei polimorfismi genici è stato evidenziato negli ultimi anni, anche se nell’eziologia del tumore al polmone rimane preponderante il peso dei fattori ambientali2.

  • Prevenzione

    L’astensione del fumo è l’unica forma di prevenzione primaria possibile.

    L’Italia è stata uno dei primi Paesi in Europa ad adottare nel 2005 le nuove misure di prevenzione “MPOWER” previste dal programma di controllo sul fumo, promosso dall’OMS2. Tali provvedimenti, fra cui ad esempio il divieto di fumo nei luoghi pubblici, hanno immediatamente prodotto un drastico calo della percentuale di fumatori nel nostro Paese2. Nel 2013 il divieto di fumo è stato esteso alle scuole, alle spiagge e ai parchi pubblici,2. Il report dell’OMS del 2017 sul programma di controllo sul fumo dichiarava che l’Italia ha adottato in modo adeguato la maggior parte delle misure previste, rendendo l’accesso al fumo di sigaretta più difficile rispetto ad analoga situazione nel 20082.

    Un contributo fondamentale alla prevenzione primaria nel nostro Paese deriva dalle molteplici attività e campagne di sensibilizzazione condotte e coordinate dal Ministero della Salute, dalle società scientifiche, delle associazioni dei pazienti e dai medici di medicina generale operanti sul territorio2.

    Per prevenzione secondaria, si intende invece lo screening per il tumore al polmone 9. Lo screening per il tumore del polmone nei soggetti a rischio (forti fumatori) ha dimostrato una riduzione della mortalità tumore-specifica e un significativo incremento delle chance di diagnosi in stadio iniziale1. A oggi, in Italia, lo screening per il tumore del polmone non è inserito nei programmi pubblici, ma esiste una raccomandazione positiva forte nelle linee guida AIOM 20242. Dal 2022 è in corso R.I.S.P. (Rete Italiana Screening Polmonare), un programma multicentrico di diagnosi precoce del tumore al polmone con TAC torace, che si prefigge l’obiettivo di reclutare 10.000 candidati ad alto rischio in 18 Centri italiani1.

  • Sintomi

    I sintomi del tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC) comprendono:

    • Tosse persistente
    • Dolore toracico
    • Dispnea (difficoltà respiratoria)
    • Emottisi (sangue nell'espettorato)
    • Perdita di peso non intenzionale
    • Stanchezza cronica

    In particolar modo per il NSCLC, mentre il 28% dei pazienti diagnosticati allo stadio IV (il più avanzato) non mostra sintomi, il 30% dei pazienti diagnosticati allo stadio II presenta 2 o più sintomi4. La presenza di sintomi aumenta con l’aumentare dello stadio; tuttavia, meno del 50% dei pazienti con NSCLC allo stadio IV manifesta solo uno o due sintomi alla diagnosi 4.

  • Diagnosi

    La broncoscopia è una tecnica particolarmente indicata per lesioni grandi e centrali e offre il vantaggio di una morbilità minima5. La broncoscopia può essere utilizzata per il lavaggio bronchiale, la spazzolatura, la biopsia bronchiale e transbronchiale, con un rendimento diagnostico del 65%-88%5. Combinando la visualizzazione diretta delle vie aeree tramite broncoscopia con la biopsia della lesione guidata da ecografia, l'ecografia endobronchiale (EBUS) offre un rendimento diagnostico del 75%-85% in lesioni grandi e centrali5. La broncoscopia a fibre ottiche permette di valutare i linfonodi regionali tramite EBUS e/o ecografia endoscopica (EUS)5. L'aspirazione transbronchiale con ago guidata da EBUS (TBNA) è meno invasiva e almeno altrettanto accurata quanto la mediastinoscopia5.

    In caso di lesioni periferiche, si propone l'aspirazione percutanea transtoracica con ago sottile e/o biopsia core, sotto guida di imaging [tipicamente tomografia computerizzata (TC)]5. La biopsia con ago è associata a un'accuratezza diagnostica superiore all'88%, una sensibilità del 90% e un tasso di falsi negativi del 22%.5 Approcci chirurgici più invasivi nella valutazione diagnostica sono considerati quando le tecniche precedentemente descritte non consentono una diagnosi accurata5.

  • Trattamento²

    Il trattamento del tumore al polmone varia in base allo stadio della malattia, al tipo istologico (NSCLC o SCLC) e alla presenza di mutazioni genetiche. Le Linee Guida AIOM forniscono le seguenti opzioni di trattamento:

    NSCLC (Non-Small Cell Lung Cancer):

    1. Malattia localizzata: chirurgia, radioterapia;
    2. Malattia localmente avanzata:
      1. Resecabile: chirurgia, chemioterapia o chemio-radioterapia neoadiuvante, chemio-radioterapia;
      2. Non resecabile: chemio-radioterapia e consolidamento con immunoterapia (se PD-L≥1 .1%);
    3. Malattia metastatica: immunoterapia e/o chemioterapia, terapie target.

    SCLC (Small Cell Lung Cancer):

    1. Malattia limitata: chemioterapia + radioterapia;
    2. Malattia estesa: chemioterapia a base di platino + etoposide + immunoterapia.
  • Prognosi

    La prognosi varia notevolmente in base al tipo di tumore e allo stadio alla diagnosi:


    • NSCLC: la sopravvivenza a 5 anni è circa del 26%6.

    • SCLC: la sopravvivenza a 5 anni è circa del 6%7.
  • Alterazioni Molecolari del NSCLC

    Una serie di studi hanno dimostrato che, in alcuni casi, le cellule tumorali riescono a crescere e sopravvivere come risultato della presenza di una singola aberrazione genomica driver: questo fenomeno viene definito oncogene-addiction8. Sono ormai note numerose alterazioni molecolari del NSCLC che condizionano la biologia del tumore, molte delle quali sono già un target terapeutico approvato nella pratica clinica2. Tra queste vanno annoverate: mutazioni del gene KRAS (20-30%), EGFR (10-15% dei pazienti caucasici e fino al 40% dei pazienti asiatici), BRAF (2-4%), riarrangiamenti di ALK (3-7%), ROS1 (1-2%), RET (1-2%), NTRK (0,5-1%) e skipping dell’esone 14 del gene MET (2%)2.

Per approfondire

La diagnostica in area polmonare è molto complessa poiché è difficile effettuare prelievi di tessuto utili a rivelare le diverse mutazioni genetiche. A beneficio dei pazienti di carcinoma polmonare, Amgen si sta quindi impegnando a sviluppare test diagnostici basati su tessuto polmonare, avvalendosi di piattaforme innovative o sviluppando nuove biopsie liquide. Clicca qui per scoprire di più.

Clicca qui per ascoltare il talk “Prendere la mira contro il tumore al polmone”, che ha visto la partecipazione della Prof.ssa Silvia Novello e di Federica Cappelletti, moglie del campione di calcio Paolo Rossi. L’incontro si è svolto durante l’edizione 2021 de “Il Tempo della Salute”, l’evento del Corriere della Sera dedicato alla medicina e al benessere di cui Amgen è stata partner.

  • BIBLIOGRAFIA

    1. Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). I numeri del cancro in Italia 2023
    2. Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). Linee Guida Tumore del Polmone 2024
    3. Chai et al 2021, Open Medicine; 16: 1160–1167
    4. Ruano Ravina et al 2020, ESMO Open;5:e001021. doi:10.1136/esmoopen-2020-001021
    5. Planchard et al 2020, Updated version published 15 September 2020 by the ESMO Guidelines Committee
    6. Ganti et al 2021, JAMA Oncology, doi:10.1001/jamaoncol.2021.4932
    7. Wang et al 2017. Scientific Reports | 7: 1339
    8. Ferrara et al 2020, Cancers 2020, 12, 1196
    9. Petrella 2021, European Journal of Cancer Prevention 31():p S8, December 2021. | DOI: 10.1097/01.cej.0000816676.04848.89



ITA-NP-0624-80003